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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 531
Brano: [...]imento del cristianesimo, la realizzazione di una società nuova e migliore che, con la sua concreta uguaglianza, allontanasse la malvagità e la tristezza dai rapporti umani.
Così infatti egli dice a un cuo amico, Paolo Tarso: « Credo nel socialismo, ci ho sempre creduto, come nell’unica forma possibile di redenzione umana ». Il suo credo politico era essenzialmente fideistico.
E questo appunto e la disciplina di partito nel 1932 indurranno Concetto Marchesi a prestare giuramento di fedeltà al fascismo (v. Giuramento Fascista), allo scopo di mantenere i rapporti tra l'organizzazione clandestina e l'università.
Nella lotta antifascista
Militante socialista fin dal 1893, nel 1918 fu consigliere comunale a Pisa. Nel 1921 aderì al Partito comunista, conscio delle contraddizioni e dei compromessi in cui era caduto il vecchio P.S.I.; accettò poi la nomina a rettore dell’università di Padova (v.) « in turbinoso periodo », costituendo un importante punto di riferimento per l'antifascismo militante. Nel primo semestre del 1943 ebbe colloqui e partec[...] [...] di stato monarchico antifascista e si adoperò con rappresentanti dei vari partiti per la formazione di un Comitato d’azione antifascista, organo di collegamento che fu infatti costituito il 4.7.1943.
Il Rettorato padovano era già per Marchesi « un posto di ininterrotto combattimento »: egli vi riceveva gli studenti e parlava loro « del fare, di ciò che si poteva e si doveva fare nel Veneto »; e ciò fin dagli ultimi mesi del 1942, per cui,
Concetto Marchesi
dopo l’invasione della città da parte dei tedeschi, credette opportuno di rifugiarsi in Svizzera, non senza aver prima lanciato agli studenti il 9.11.1943, all’inaugurazione del nuovo anno accademico, un memorabile appello alla lotta.
Chiamando alla lotta armata contro tedeschi e fascisti i giovani studenti universitari, Concetto Marchesi affermava: « Una generazione di uomini ha distrutto la vostra giovinezza e la vostra Patria: vi ha gettato tra cumuli di rovine; voi dovete tra quelle rovine portare la luce di una fede, l’impeto dell’azione e ricomporre la giovinezza e la Patria. Traditi dalla frode, dalla violenza, dalla ignavia, dalla servilità criminosa, voi, insieme con la gioventù operaia e contadina, dovete rifare la storia dell'Italia e costituire il popolo italiano [...]. Studenti, mi allontano da voi con la speranza di ritornare a voi, maestro e compagno, dopo la fraternità di una lotta insieme combattuta. Per la fe[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 665
Brano: [...]orato sul campo con due medaglie d’argento e una terza di bronzo.
Deciso oppositore del fascismo durante il ventennio, fece parte dei gruppi clandestini di « Giustizia e
Egidio Meneghetti
Libertà » e poi del Partito d’Azione (v.). Professore ordinario di farmacologia nella Facoltà di medicina all’università di Padova nonché scienziato di fama internazionale, alla caduta del fascismo (25.7.1943) divenne prorettore dell’ateneo a fianco di Concetto Marchesi.
Nella Resistenza veneta
Immediatamente dopo l’armistizio dell’8.9.1943, con il comunista Marchesi, il democristiano Saggin e il compagno di partito Silvio Trentin costituì il primo Comitato di liberazione nazionale regionale veneto (C.L.N.R.V.). Quando poi il Comitato affrontò il problema di riunire sotto un Comando unico i nuclei partigiani che stavano sorgendo nella regione, fu a fianco di Trentin nel sostenere l’opportunità di organizzare un vero esercito popolare, facendo prevalere la guida politica su quella strettamente militare. Successivamente entrò a far parte dell’Esecutivo m[...] [...]ilità politiche e militari di primo piano: il democristiano Franco Zancan e l’azionista Ugo Perinelli divennero membri, rispettivamente, del Comando militare regionale e del Comando piazza di Venezia, mentre il comunista Aldo Cestarì ricoprì importanti incarichi nelle formazioni garibaldine.
Egidio Meneghetti curò in particolare i rapporti tra le forze della Resistenza veneta e il C.L.N. dell’Alta Italia. Si mantenne anche in collegamento con Concetto Marchesi (che, dalla Svizzera, faceva da tramite con gli Alleati e con il governo del Sud), con i C.L.N. provinciali e con le principali formazioni partigiane delle Tre Venezie, contribuendo a tenere uniti nel Comando militare veneto dei C.L.N.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 735
Brano: [...]sco, diventavano sempre più ristretti e aleatori, ma perché il continuare nella vec* chia tattica, a suo tempo necessaria ed efficace, avrebbe significàto ora >u alimentare pericolosi equivoci é frenare lo slancio di lotta nel momento in cui lo scontro non poteva che ‘ essere frontale. Così, in quell'Università di Padova, dove Eugenio Cu 1 riel aveva saputo battersi fino a quando gji era stato possibile secondo la regola della tattica combinata, Concetto Marchesi abbandonava volontariamente, nel novembre del 1943, la carica di Rettore che gli era "stata affidata neN’intervallo badogliano. Dopo aver inaugurato il nuovo anno accademico, in nome « dei lavoratori, degli artisti, degli scienziati », in una cerimonia a cui non erano state, invitate le autori ; tà fasciste e in cui i pochi fascisti
in camicia nera erano stati isolati e fischiati, Marchesi si dimetteva ufficialmente dalla carica, rivolgendo un appello agli studenti per l’organizzazione della lotta partigiana: «Traditi dalla frode, dalla violenza, dalla ignavia, dalla servilità criminosa, v[...] [...]uesta battaglia suprema per la giustizia ,e per la pace nel mondo ».
Invano, dall'altra parte della barricata, si tentava l’ultima manovra diversiva con l’appello rivolto poco dopo, nel dicembre del 1943, da Giovanni Gentile per la concordia « al di sopra dei partiti », nel nome della « unità della Patria ». Al vecchio filosofo idealista, nuovo Presidente dell’Accademia d’Italia all’ombra della Repubblica di Salò protetta dal tallone tedesco, Concetto Marchesi rispondeva dal giornale clandestino La lotta: « Quanti oggi invitano alla concordia, incitano ad una tregua che dia temporaneo riposo alla guerra dell’uomo contro l’uomo. No: è bene che la guerra continui, se è destino che sia combattuta. Rimettere la spada nel fodero, solo perché la mano è stanca e la rovina è grande, è rifocillare l’assassino. La spada non va riposta, va spezzata ». Pochi mesi dopo, a Firenze, il 15.4.1944, Gentile pagherà con la vita l’ultimo vano servizio reso al fascismo nella sua peggiore incarnazione.
Nei G.A.P. cittadini e nelle brigate partigiane, nella milizia po[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 352
Brano: Padova, Università di
Concetto Marchesi pronuncia il discorso inaugurale dell’Anno accademico nell'Aula Magna dell'Università di Padova (9.11. 1943)
scorso inaugurale era stato per il suo tono una sfida, l'appello lanciato poche settimane dopo agli studenti, quando Marchesi si vide costretto a lasciare l’Università per sfuggire alla cattura, fu un grido di guerra, un esplicito invito ai giovani a impugnare le armi contro l’occupante e i suoi complici. Fu un appello la cui eco si allargò ben al di là del Veneto, imponendo a tutti una precisa scelta di campo e dimostrando che tra il fascismo e l’antifascismo non potevano esserci c[...] [...]po la fraternità di una lotta insieme combattuta. Per la fede che vi illumina, per lo sdegno che vi accende, non lasciate che l'oppressore disponga ancora della vostra vita, fate risorgere i vostri battaglioni, liberate l'Italia dalla servitù e dalla ignominia, aggiungete al labaro della vostra Università la gloria di una più grande decorazione in questa battaglia suprema per la giustizia e per la pace del mondo.
1 Dicembre 1943
II Rettore Concetto Marchesi
Naturalmente Marchesi era sostenuto da numerosi altri docenti, tra cui Egidio Meneghetti (preside della Facoltà di Farmacologia e membro del Partito d'Azione), che egli
stesso aveva scelto come professore. Con questi e con Silvio Trentin, altro professore universitario, appena rientrato dall’esilio in Francia, Marchesi costituì il primo C.L.N. regionale veneto. Quando poi Marchesi fu costretto ad allontanarsi da Padova e Trentin venne prematuramente a mancare, il Comitato esteso alle altre correnti politiche democratiche fu presieduto da Meneghetti fino agli arresti avvenuti alla fine d[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 349
Brano: [...]sforzò di convogliare le spinte antifasciste presenti tra gli studenti operando nei Gruppi Universitari Fascisti (v. G.U.F.), servendosi del giornale universitario II Bò e attuando un collegamento con la classe operaia attraverso la lotta all’interno degli stessi sindacati fascisti. Un certo orientamento antifascista venne diffondendosi anche per opera di numerosi altri professori che avrebbero poi avuto un peso determinante nella Resistenza, da Concetto Marchesi (v.) a Egidio Meneghetti (v.) a ManaraValgimigli, a Morin e altri ancora.
In campo artistico, l’antifascismo padovano potè contare sull’opera grafica di Tòno Zancanaro, tra l’altro autore di un intero ciclo (« Il Gibbo»), trasparentissima satira di Benito Mussolini, incisa ed esposta quando il fascismo sembrava aver raggiunto l’apice del potere (v. Arte della Resistenza).
Alla lotta contro il fascismo, durante gli anni del regime i cattolici, contrariamente a quanto pretendono certi tentativi di forzatura storica, non diedero apprezzabile contributo.
Valga, a tale proposito, quanto a[...] [...]aro dell’Università di Padova, che conobbe altre insegne di virtù militari, si aggiunge ora la più alta decorazione al valore, testimonianza di un sacrificio e di una vittoria che resteranno ammonimento ed esempio ».
Già subito dopo il 25.7.1943 si era costituito all’interno dell'Università l’embrione del futuro movimento resistenziale padovano e veneto, con la creazione di un Comitato antifascista del quale erano stati promotori i professori Concetto Marchesi, Silvio Trentin ed Egidio Meneghetti. Più tardi, dopo la partenza di Marchesi e la morte di Trentin, Meneghetti diverrà presidente del Comitato di liberazione nazionale regionale veneto. L’1.11.1943 Marchesi, Rettore magnifico dell’Università, negò ai tedeschi il permesso di installare una stazione radio sulla torre universitaria, rifiutandosi persino di ricevere l’ufficiale inviato per una verifica. Il 7 novembre, nell'inaugurare
il 722° Anno accademico alla presenza del ministro fascista dell’Educazione nazionale Biggini, « in nome dell’Italia e dei lavoratori » Marchesi cacciava dall’Au[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 564
Brano: [...]tore, fu catturato dalle S.S.. In carcere, resistette stoicamente alla tortura e non si piegò di fronte ai suoi aguzzini.
Si ignorano il luogo, la data e le precise circostanze della sua morte. Si ritiene fondatamente che, come Luigi Frausin e altri patrioti, sia stato ucciso nella famigerata Risiera di San Saba.
C.Fa.
La città di Brindisi, nel rendere solenni onoranze alla sua memoria, gli ha dedicato una lapide con epigrafe dettata da Concetto Marchesi: « Antonio Vincenzo Gigante — operaio organizzatore partigiano — medaglia d'oro — caduto a Trieste nel novembre 1944 — nella galera fra le torture — con la morte testimoniò ai carnefici fascisti ■— la indomabile forza — e la certa vittoria del popolo lavoratore — l'Amministrazione democratica e popolare — del Comune di Brindisi — al glorioso concittadino in ricordo di tanto eroismo — 7 dicembre 1952 ».
Gigante, Mario
Medaglia d’oro al valor militare alla memoria. N. a Napoli nel 1898, fucilato dai tedeschi a Santi Quaranta (Albania) il 5.10.1943; ufficiale dell’esercito.
Uscito dicia[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 667
Brano: [...]le speciale a 7 anni di reclusione. Durante fa seconda guerra mondiale, fino all’inizio del 1942, epoca in cui riacquistò la libertà, fu al confino di polizia a Istonio (oggi Vasto) in provincia di Chieti.
Ripresa l’attività clandestina, operò intensamente per riuscire a realizzare l’unità nella lotta contro il fascismo. Contribuì in modo diretto all’organizzazione dell’importante riunione svoltasi il 24.6.1943 a Milano, alla quale convennero Concetto Marchesi per il P.C.I., Lelio Basso per il M.U.P., Giovanni Gronchi per la D.C., Riccardo Lombardi per il P. d’A., Veratti per il P.S.I. e Alessandro Casati per il Partito liberale (v. Comitato nazionale d'azione antifascista). Dopo l’8 settembre prese parte alla Guerra di liberazione, tra gli organizzatori del movimento partigiano a Milano, a Brescia, in Emilia e nelle Marche. Eletto deputato nella prima legislatura repubblicana (194853) per il collegio di ComoSondrioVarese, è stato riconfermato nelle tre legislature successive.
Oltre a numerosi saggi sul movimento operaio, ha scritto Due generazi[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 668
Brano: [...]imavera del 1943 fu distribuito agli aderenti della Democrazia cristiana il cosiddetto Fascicolo Rosso elaborato da Gronchi, che riassumeva il pensiero suo e dei gruppi clandestini cattolici del Nord sui problemi del lavoro e delle assicurazioni sociali.
Il 24.6.1943 Gronchi rappresentò la D.C. alla riunione clandestina dei partiti antifascisti tenuta a Milano nell’ufficio dell’editore Principato (v. Comitato nazionale d’azione antifascista). Concetto Marchesi, a nome dei comunisti, presentò in tale occasione un progetto d’appello unitario al popolo italiano che invitava alla lotta per l’abbattimento del fascismo. Ma i democristiani e i liberali non furono d’accordo su quell’invito alla lotta immediata.
Dopo I'8.9.1943 Gronchi partecipò alla Resistenza romana, rappresentando la D.C. in alcune riunioni del C.L.N. Centrale (v.).
Secondo dopoguerra
Ministro dell’industria nel gabinetto Bonomi (1944), partecipò in seguito a vari ministeri De Gasperi. Depu
tato alla Costituente nel 1946, venne nominato presidente del gruppo parlamentare demo[...]
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 248
Brano: [...]olitiche e culturali, grazie anche alla presenza, tra i partigiani, di insegnanti, giornalisti e intellettuali. Si ebbero così corsi di storia, economia politica e lingue straniere. La popolazione locale e i numerosi emigrati antifascisti già da tempo rifugiati in Svizzera, si prodigarono nell’aiutare gli internati: tra i più attivi in tale opera si ricordano Fabio Moreschi, Paolo Bossi [Fante), Luigi Einaudi; Umberto Terracini, Wally Toscanini, Concetto Marchesi, Sante Massarenti, Cesare Marcucci, e lo stesso Alberto Ber io che allora reggeva la Legazione diplomatica italiana.
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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 429
Brano: [...]ati in Svizzera dopo T8.9.1943. Tra questi' si ricordano: l’avvocato Alfredo Tino, del Partito d’Azione, nel cui studio milanese s’era costituito il 25 luglio un Comitato delle opposizioni antifasciste; il socialista Rodolfo Morandi; il comunista Sante Massarenti; i democratici cristiani Piero Malvestiti e Stefano Jacini; i liberali Tommaso Gallarati Scotti e Luigi Casagrande; il repubblicano Ciprigno Facchinetti e, successivamente, il comunista Concetto Marchesi. Si trovava nella città anche il liberale Alberto Damiani quale rappresentante militare del C.L.N.A.I.
La Delegazione del C.L.N.A.I.
Da questo gruppo di antifascisti fu presa l'iniziativa di costituire un Comitato di liberazione nazionale che venne poi riconosciuto come Delegazione del C.L.N. dell’Alta Italia in Svizzera. I componenti di questa Delegazione andarono mutando nel tempo, via via con il sopraggiungere di compiti e incarichi che imponevano sostituzioni. A lungo ne furono membri fissi l’avvocato Sante Massarenti, l’avvocato democristiano Edoardo Clerici, l’avvocato Adolfo Tino[...]
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Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Concetto Marchesi, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili. |
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